Unioni civili: una storia travagliata 
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Unioni civili: una storia travagliata 

Matrimonio tra 2 uomini

Quando si tratta di diritti civili, l’Italia è quasi sempre ultima rispetto agli altri Paesi avanzati.

A determinare la circostanza, la colpevole inerzia della politica, che tende ad abdicare al suo compito, assunto al suo posto dalla giurisprudenza, più pronta a recepire i mutamenti della società, raccolti invece con molto ritardo dal Parlamento, per ragioni ideologiche ed elettorali.

Proprio in questi giorni si dibatte molto di fine vita e, anche in questo caso, all’inerzia legislativa hanno sino ad oggi supplito i tribunali di merito, la Corte Costituzionale e, da ultimo, la legge regionale toscana. Anche stavolta, la Corte Costituzionale ha invitato con forza il Parlamento a legiferare.

È accaduta la stessa cosa per le unioni civili che, solo dopo un lunghissimo e travagliato iter politico e normativo, caratterizzato dalla reticenza a riconoscere giuridicamente i nuovi modelli familiari, hanno trovato casa nel nostro Paese con la Legge 76 del 20 maggio 2016, nota come “Legge Cirinnà”.

La situazione in Europa e fuori UE

La svolta avvenne oltre che per le pressioni della Corte Costituzionale anche in ragione della condanna della CEDU, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che sanzionò l’Italia per l’assenza di legislazione, mentre negli altri paesi europei le convivenze eterosessuali e omosessuali erano disciplinate da tempo, come veri e propri matrimoni o come unioni registrate. Del 1989, infatti, la prima legge, quella danese che fece da apripista per gli altri paesi dell’Unione; la Francia introdusse i PACS nel 1999 per regolare le unioni civili anche tra persone dello stesso sesso, recuperando definizioni e modelli dal Civil Partnership Act britannico, già in vigore da tempo. 

UE e le leggi sui diritti delle unioni civili
Convivenze eterosessuali e omosessuali in UE – newsmondo.it

Fuori dall’Europa, diversi Paesi intanto optavano addirittura per il matrimonio fra persone dello stesso sesso. Così il Canada nel 2005, il Sud Africa nel 2006 e l’Argentina nel 2010. Negli Stati Uniti, dopo una storica pronuncia della Corte Suprema che aveva dichiarato incostituzionali le leggi dei singoli Stati che vietavano le nozze gay, queste ultime sono state adottate in tutto il Paese. 

L’Italia prima e dopo la legge Cirinnà

In Italia l’adozione delle unioni civili è stata quindi resa possibile dalla giurisprudenza, di merito e legittima, che nei fatti ha aperto a prospettive di tutela delle convivenze omosessuali ancor prima che entrasse in vigore la legge Cirinnà. Pietra miliare una sentenza della Corte Costituzionale del 2010, la 138, che ha richiamato l’articolo 2 della Costituzione, in ragione del quale sono riconosciuti e garantiti i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.

La Corte ha allora statuito che, tra tali formazioni sociali, andava annoverata anche “l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri”.

Due anni dopo anche la Corte di Cassazione esprimeva lo stesso orientamento, già fatto proprio da molti tribunali. 

Si arriva così al 2016, quasi 20 anni dopo la legge danese, all’auspicata Legge Cirinnà. Grazie ad essa, mentre non è stato introdotto il matrimonio gay, oggi due persone maggiorenni, anche dello stesso sesso, possono costituire un’unione civile, mediante dichiarazione dinnanzi ad un ufficiale di stato civile ed alla presenza di almeno due testimoni, dichiarazione che viene poi iscritta nel registro delle unioni civili.

È stata infine, seppur tardivamente, realizzata una riforma sentitissima dalla società civile: basti pensare alle limitazioni in materia di assistenza, per cui, prima dell’emanazione della legge, si verificano i casi in cui, in assenza di matrimonio, il membro sano della coppia eterosessuale o omosessuale non poteva entrare in ospedale a visitare il compagno o la compagna malata, nemmeno in punto di morte.   

Leggi anche
Sinner batte anche Papa Leone XIV: la classifica a sorpresa

Riproduzione riservata © 2025 - NM

ultimo aggiornamento: 29 Luglio 2025 11:44

Sinner batte anche Papa Leone XIV: la classifica a sorpresa

nl pixel